Venerdì, 03 Maggio 2013 02:16

Accompagnare il fidanzamento

Scritto da Ileana e Luca Carando
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Nell’ottobre 2012 la CEI ha pubblicato il documento “Orientamenti pastorali sulla preparazione al matrimonio e alla famiglia”. Presentiamo qui gli aspetti essenziali di questo testo che definisce linee rinnovate per i percorsi verso il matrimonio e riconferma il valore del fidanzamento come tempo necessario e privilegiato per conoscersi tra innamorati, per compiere passi importanti e per accogliersi come dono reciproco.

 

Educare all’amore e accompagnare nel percorso del fidanzamento sembrano oggi imprese particolarmente difficili. In un tempo in cui la parola fidanzamento sembra essere messa in ombra da tante forme di convivenza che anticipano la vita coniugale nella logica del finché dura, finché ci vogliamo bene, la Chiesa italiana continua a proporre la preparazione al matrimonio come un tempo di grazia verso una scelta di vita matura e definitiva.
Se a tanti nostri giovani il per sempre fa paura essi non devono essere lasciati soli nell’incertezza e nella precarietà della società di oggi ma, come ricorda mons. Solmi nella presentazione del documento, la comunità cristiana riconosce e ribadisce il valore e la fiducia nella persona umana come essere educabile all’amore totale, unico, fedele e fecondo, com’è l’amore degli sposi… e per questo non si stanca di riproporlo ai ragazzi e ai giovani attraverso un cammino di educazione all’amore e di scoperta del significato profondo del sacramento del matrimonio e della famiglia come “intima comunità di vita e di amore”. (GS n.48)

Cap. I

L’abbraccio accogliente della Chiesa madre: una comunità che accompagna (1 – 4)
La comunità cristiana deve aiutare quei giovani che stanno vivendo l’esperienza dell’affettività e dell’innamoramento, attraverso itinerari e proposte di cammino adeguate all’età dei ragazzi e dei giovani. Le famiglie cristiane e tutte le strutture pastorali devono sentirsi coinvolte nella preparazione al matrimonio e nella celebrazione delle nozze. Oggi più che mai c’è bisogno di fare rete soprattutto all’interno della pastorale dove le competenze specifiche di ognuno vengono messe a disposizione di tutti. Per una vera e propria educazione all’affettività e all’amore bisogna sollecitare e incoraggiare il dialogo e la collaborazione tra pastorale familiare, giovanile, vocazionale, scolastica e sociale. Infatti risulta evidente che, come in modo profetico aveva indicato l’esortazione apostolica Familiaris consortio al n.66, «la preparazione al matrimonio va vista e attuata come un processo graduale e continuo. Essa, infatti, comporta tre principali momenti: una preparazione remota, una prossima e una immediata. Oggi appare ancora più evidente che, per quanto fatta con grande cura, una preparazione esclusivamente immediata rischia di essere gravemente insufficiente nell’offrire solide basi alla vita sponsale e familiare.
L’impegno della comunità cristiana a favore della famiglia può rinnovare la società dal suo interno per essere sale e lievito in questa società secolarizzata.

Cap. II

Affettività e innamoramento (5 – 9)
Nell’enciclica Redemptor hominis il beato Giovanni Paolo II insegna che “l’uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso, se non gli viene rivelato l’amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente” (n.10). A questa pienezza di vita aspirano ancora oggi i giovani nel cercare la relazione con l’altra persona..
La comunità cristiana sente dunque forte il bisogno di un’educazione integrale all’affettività e alla sessualità, proponendo la bellezza del corpo come espressione dell’essere di tutta la persona attraverso l’alfabeto della corporeità. I ragazzi e i giovani devono essere aiutati a comprendere il giusto valore dell’esperienza in cui muovono i primi passi: imparare ad amare è un’arte… Genitori ed educatori sono chiamati a far rete, proponendo un’educazione alla corporeità e alla sessualità che sia franca, diretta e integrale, evitando rischiose forme di delega. (n.6)
Di fronte al mare di sollecitazioni nel quale i nostri giovani ragazzi nuotano quotidianamente, noi annunciamo con coraggio che esistono ancora il valore del pudore e della castità come custodia e tutela della parte più intima e preziosa della persona. La castità, come scrive J. Gründel: «è la disponibilità interiore dell'uomo ad affermare pienamente la propria sessualità, a riconoscere gli impulsi sessuali nel loro carattere integralmente personale e sociale, e a inserirli in maniera ricca di senso nella globalità della vita umana». L’esperienza dell’innamoramento e le tappe attraverso cui si impara ad amarsi in modo sincero e totale sono così grandi e coinvolgenti che lasciano trasparire l’amore stesso di Dio. (n.9)

Cap. III-IV

Il percorso verso il matrimonio e verso la celebrazione delle nozze (10-27)
Il percorso verso la vocazione all’amore e al matrimonio inizia fin da ragazzini e sono i genitori, ma anche quanti con loro operano nell’ambito educativo e quanti accompagnano i giovani nel loro cammino di fede, che hanno la missione preziosa di aiutare a interpretare e far maturare l’esperienza amorosa… attraverso interventi ben strutturati e organizzati in forma di percorsi di educazione all’affettività e alla sessualità. (n.10)
Gli obiettivi da perseguire nei cammini di formazione dei giovani innamorati possono essere articolati in tre grandi ambiti: identità, reciprocità, progettualità; tre dimensioni che sono da considerarsi in unità, sia nella vita personale che di coppia e di gruppo. (n.13)
Nel processo di formazione di una famiglia cristiana è determinante la durata e la qualità del percorso di «preparazione particolare e immediata al sacramento del matrimonio». (n.15) Il percorso di preparazione venga anticipato almeno di un anno e il numero degli incontri deve permettere di affrontare almeno i temi essenziali del matrimonio cristiano e della relazione di coppia. (n.23)
Rispetto ai metodi utilizzati per la conduzione degli incontri, l’esperienza evidenzia l’opportunità di creare momenti ricchi di confronto all’interno della coppia e fra le coppie partecipanti, che vedano il coinvolgimento dei fidanzati a partire dalla loro concreta situazione di vita, evitando le lezioni frontali. È molto apprezzato, e quindi consigliabile, il lavoro in piccoli gruppi, coordinati e stimolati dalle coppie di sposi. (n.23)
È inoltre opportuno che nel cantiere dell’amore si lavori in équipe attraverso la partecipazione di diverse figure che offrono un volto umano e concreto alla comunità cristiana. L’équipe, composta da presbiteri, sposi e possibilmente da persone consacrate, può avvalersi del supporto del consultorio di ispirazione cristiana e dell’ausilio di esperti. La composizione stessa dell’équipe già rappresenta la realtà e il volto missionario della Chiesa. (n.15)
Occorre che la comunità cristiana riconosca che i fidanzati e gli sposi sono risorse preziose. Lo stesso Rito del matrimonio riconosce alla comunità un ruolo indispensabile e la invita a parteciparvi pienamente, impegnandosi anche ad aiutare i fidanzati a scoprire il valore del loro amore, sia per la comunità ecclesiale che per quella civile. (n.19)

Le tante situazioni di coppie che convivono, che sono già unite civilmente e che magari hanno già uno o più figli o che intendono sposarsi nei matrimoni misti richiedono di investire sull’accompagnamento attraverso coppie di sposi che diventino compagne di viaggio. Le cosiddette “coppie angelo” possono diventare un riferimento importante nella riscoperta della fede e del valore del sacramento del matrimonio.

Cap. V

Giovani coppie in cammino (28-39)
Se la preparazione alle nozze è importante, non bisogna dimenticare di accompagnare la coppia anche dopo la celebrazione delle nozze. Spesso tante coppie vivono un periodo di crisi nei primi anni della vita insieme perché vengono lasciate sole e la comunità cristiana le coinvolge solamente in occasione dei sacramenti dei figli. Per andare incontro a queste coppie che vivono la gioia e la freschezza del matrimonio cristiano, gli orientamenti indicano in altrettanti capitoletti alcune sottolineature.
- Gli sposi ministri dell’amore: ministerialità che chiama l’uomo e la donna a essere segno dell’amore di Dio. (CEI, Educare alla vita buona del Vangelo, n.38)
- Un solo corpo offerto a lode di Dio: la dimensione della sessualità va inserita nel più ampio contesto della comunicazione tra due persone responsabili. (n.30)
- Il dialogo di coppia e la gestione dei conflitti: non lasciare che gli affanni familiari e la fatica, o altri fattori esterni la conducano all’aridità comunicativa. (n.31)
- Una piena fecondità: la fecondità dell’amore coniugale non si restringe alla sola procreazione dei figli. (n.32)
- La scelta della sobrietà: il contesto odierno[…] dovrà spingere chi ha di più ad atteggiamenti di sobrietà e condivisione, e ispirare in chi ha meno sentimenti di fiducia e valorizzazione dell’essenziale. (n.33)
- La sofferenza come esperienza di crescita: crisi non è sinonimo di morte, ma di un passaggio delicato… per evolvere in una situazione risanata e migliore. (n.34)
- Sostenere i primi passi dopo il matrimonio: questo percorso implica… la costruzione e il consolidamento dell’identità individuale, del legame affettivo di coppia e la responsabilità di diventare genitori. (n.35)
- Alleanze educative attorno alle giovani famiglie: creare sinergie e feconde alleanze educative con quanti possano fornire conoscenze e metodologie (consultori, associazioni, scuole di formazione) o costituiscano luoghi di incontro e di frequentazione. (n.37)
- Percorsi di comunione fra sposi e presbiteri: c’è una custodia e una stima reciproca da sollecitare fra sposi e presbiteri. (n.38)
- La famiglia cellula vivificante della Chiesa e della società: le famiglie devono[…]essere “protagoniste” della cosiddetta “politica familiare” ed assumersi la responsabilità di trasformare la società. (FC n.44)

Conclusione
“Siamo certi che, anche con l’apporto del presente documento, si aprirà un fase nuova nella quale lo Spirito ci indicherà forme e modi rinnovati per educare all’amore sponsale. Siamo dunque particolarmente riconoscenti alle tante coppie di sposi che ogni giorno lo testimoniano e annunciano con la loro vita che la famiglia e il matrimonio sono un vangelo, cioè una vita piena e degna di essere vissuta”.

Crediamo anche che questo documento, insieme al documento dei vescovi del Piemonte e valle d’Aosta sulla pastorale pre e post battesimale 0-6 anni e alla settimana sociale dei cattolici di settembre prossimo, proprio qui a Torino, possano dare nuova linfa alla nostra pastorale, che mette oggi sempre più al centro il matrimonio e la famiglia come via privilegiata per la nuova evangelizzazione.

Letto 113067 volte Ultima modifica il Venerdì, 03 Maggio 2013 02:25

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