Mercoledì, 10 Settembre 2014 13:02

Vivere dei prodotti della terra

Scritto da Stefano Merlatti
Vota questo articolo
(1 Vota)

Il 2014 è stato proclamato "Anno dell'agricoltura".
Oltre ai grandi produttori che buttano sul mercato prodotti esteticamente sempre più stupefacenti,
infarciti di pesticidi e concimi chimici, pare siano in aumento le famiglie che conducono piccole aziende familiari,
nel tentativo di tornare ad un passato originario in cui l'uomo viveva a contatto con la natura
e da essa traeva il necessario sostentamento.
Ecco la testimonianza di una delle nostre coppie che ha fatto questa coraggiosa scelta.

Riguardo alla nostra scelta di abbandonare la comodita` dell' ufficio per abbracciare la vita agreste, con un bimbo piccolo ed un altro in arrivo, i commenti più frequenti erano "che coraggio" oppure, per chi era un po' più in confidenza, "ma siete matti!".
Dunque non si scappa, o siamo matti o molto coraggiosi. Oggi, a cinque anni di distanza, dopo la nascita del nostro quarto figlio, abbiamo fugato ogni dubbio. Io comunque preferivo la prima opzione.
La nostra famiglia e` composta da 14 magnifiche capre da latte, e da Bek, sua maestà il caprone (altrimenti detto becco).


Abbiamo poi 19 galline, stoiche superstiti che con sprezzo del pericolo presidiano il pollaio, avamposto in terra di volpi, tassi, faine, cinghiali, uccelli rapaci e forse anche tigri. Mina e Virgola, feroci ed instancabili predatrici di topi, si occupano delle ronde notturne...quando non piove, non fa troppo freddo, non tira vento: insomma quando ne hanno voglia.Ed ultime, ma non certo per importanza, sono Ginky e Pinky, due tartarughe d'acqua con la passione per gamberetti e mosche in salsa rosa.
Infine ci saremmo noi umani, affaticati ma indomiti: Sarah, coraggiosa imprenditrice del caos, e soprattutto, al di là di ogni logica, mia moglie nonchè mamma dei nostri bimbi selvatici, Simone Michele Letizia e Francesco. E poi c'e` Stefano, che sarei io.
Viviamo tutti a Vallo Torinese, alle pendici del Monte Druina, dove coltiviamo ortaggi di stagione e patate; a breve dovrebbero entrare in produzione anche i meli autoctoni del nostro frutteto, in quel di Viu`, nel cuore delle Valli di Lanzo. Per quanto riguarda la trasformazione del latte di capra, ci stiamo attrezzando: siamo pur sempre in Italia, la burocrazia non e` propriamente snella. Nel frattempo facciamo pratica e beviamo tanto buon latte.
Obiettivo dichiarato del gruppo e` sopravvivere, cosa tutt'altro che scontata. Basti ricordare una lunga notte di sangue e violenza, durante la quale, ad opera di ignoti predatori, ben 20 valorose galline hanno perso la vita con coraggio.
L'obiettivo non dichiarabile, perché troppo banale e poco consono, ma soprattutto per scaramanzia... è quello di andare in ferie. Possibilmente solo noi umani.
Gli ostacoli che si frappongono fra noi e questi semplici obiettivi sono talmente numerosi e di varia natura che per elencarli tutti sarebbe necessario un libro a parte.
Di solito, come per i ringraziamenti, ci si limita a poche frasi di circostanza al termine dell' esposizione, cosi` si evita di rovinare quell'immagine bucolica, da "famiglia del mulino bianco", che inevitabilmente si va creando nelle menti di chi legge. Non cosi` oggi, poiche` il committente, leggi Mariella, ci ha esplicitamente invitati a dettagliare, argomentare, entrare nello specifico delle difficoltà che quotidianamente incontriamo... insomma dobbiamo sguazzare un po' nel torbido. E allora che torbido sia, e gli animi troppo sensibili passino direttamente ai ringraziamenti finali.
Innanzitutto, per potersi fare un' idea più realistica della vita che conduciamo, e` necessario togliere un po' di patina lucida dall' immagine "da cartolina" che avete in mente, sporcarla e stropicciarla, sbiadire un po' i colori, aggiungere un paio di figli, e poi via quei sorrisi stampati, le pose fotogeniche e quel "mulino" tirato a lucido; adesso forse ho esagerato, cosi` sembriamo la famiglia Addams...
Un problema che sicuramente condiziona il nostro modo di lavorare, e di conseguenza anche le nostre vite, e` la cronica, costante, mancanza di mezzi adeguati, per sopperire ai quali siamo costretti a sobbarcarci ore di fatica e lavori supplementari altrimenti evitabili.
L'elenco e` lungo, a partire dai mezzi meccanici fino agli spazi di lavoro troppo ristretti. E qui la faccenda si complica ulteriormente. Infatti per poter vendere i nostri prodotti, soprattutto i formaggi e ogni altro eventuale prodotto "lavorato" (come marmellate, succhi, conserve ecc.), sono necessari locali e macchinari appositi che ovviamente non possediamo e dai costi inarrivabili.
La legge prescrive i medesimi obblighi sia per chi ha una produzione di poche centinaia di litri/chili all'anno sia per chi fa produzione industriale; in poche parole dovremmo adeguarci agli standard della Galbani o della SantaRosa, per citare i primi due nomi che mi vengono in mente.
Per cui, fintantoche` non ci riusciamo, ci improvvisiamo pusher di formaggi, frutta e verdura vendendoli sottobanco (e` una metafora ovviamente, perché non abbiamo nemmeno il banco) tramite il passaparola.
E speriamo che nessun solerte tutore dell'igiene e salute e delle finanze ci stia leggendo!
Dopo aver criticato il governo ladro, non mi resta che prendermela con il tempo, quello atmosferico, che non e` mai quello giusto perché piove troppo o fa troppo freddo o troppo caldo, e le gelate tardive, per non parlare di quelle anticipate, e la neve, il vento, la siccita`, il surriscaldamento del globo, e soprattutto la grandine.
Ho trovato il rimedio alla grandine: il primo anno di attivita` ha fatto una grandinata incredibile, al punto da dover passare con gli spazzaneve per sgombrare le strade; noi naturalmente non eravamo preparati ed abbiamo potuto solo raccogliere i cocci.
Da allora ci siamo diligentemente muniti di svariati robustissimi teli antigrandine che sempre diligentemente montiamo e smontiamo ogni anno...da allora qui non si e` più visto un chicco di grandine (ora io non sono scaramantico, ma i nostri robustissimi teli antigrandine sono stati distrutti da una nevicata anticipata, o forse eravamo noi in ritardo, comunque non li abbiamo ancora sostituiti, e quindi si sta sempre un po' in apprensione con un occhio sempre rivolto al cielo e che ce le mandi buona, anzi che non ce la mandi proprio!).
Ed infine, ci sono quei giorni in cui tutto sembra remare contro, e mancano le forze per arrivare a fine giornata, la mole dei lavori da fare sembra schiacciarti, e chi te l' ha fatto fare, e vorresti solo stenderti sul divano e spegnere il cervello per qualche minuto davanti alla TV...magari anche per qualche ora. Ma tanto non abbiamo la TV, il divano e` sfondato e bisogna stare dietro ai bimbi, cucinare, ritirare, dare da mangiare agli animali...
A fare da contraltare per fortuna, capitano anche dei giorni, due, al massimo tre all' anno, in cui il sole splende alto nel cielo ma non fa troppo caldo, i bimbi sono di ottimo umore e volenterosi, le capre brucano pacifiche il prato senza tentare di saltare nell' orto e divorare tutto, e ci si sente ripagati ed appagati.
Se oggi siamo ancora qui, nonostante le innumerevoli difficolta`, lo dobbiamo innanzitutto ai nonni dei nostri bimbi, ovvero ai nostri genitori, che si prodigano in mille maniere per darci una mano, ma che soprattutto ci sostengono nei momenti di scoramento.
Amici, conoscenti, vicini di casa, sono davvero troppi per poterli ricordare tutti, ci aiutano con le loro competenze e consulenze nei più svariati ambiti, prestandoci mezzi ed attrezzi, e soprattutto prestandosi essi stessi in prima persona.

Ed infine ringraziamo anche tutti quelli che non hanno creduto nel nostro progetto: se teniamo duro è un po' anche merito loro.

Letto 45997 volte Ultima modifica il Mercoledì, 10 Settembre 2014 13:07

412 commenti

Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.


Anti-spam: complete the task