Se andiamo ad osservare nel dettaglio notiamo che quasi ad ogni festa viene associato un piatto particolare, o più di uno. A Natale è d'obbligo il panettone, in quaresima la pastiera o comunque piatti a base di grano cotto, a San Giovanni o nella festa di Sant'Antonio una pagnotta rigorosamente di farina bianca. Non entro poi nelle feste locali dove ad ogni paese corrisponde un piatto tipico che si mangia giusto un giorno all'anno.
A casa mia la vigilia di Natale bisognava, e ribadisco bisognava, mangiare almeno una decina di diversi tipi di pesce, con buona pace del digiuno penitenziale prescritto allora per la vigilia.
Un detto afferma che "a tavola non si invecchia"; certo è che si prende peso. Vuoi mettere però lo stare in compagnia, chiacchierare ridere e dimenticare per un po’ ciò che ci aspetta fuori?
Con questo discorso non intendo invitare alle abbuffate, che non servono a niente, ma a godersi i momenti dedicati al cibo con il piacere che questo ci può dare, celebrando anche con pasti che oso definire rituali momenti particolari. Mi piace invitarvi a mangiare, quando si può, in compagnia e non con l'infinita tristezza di un panino al bar su uno sgabello solitario.
So di essermi attirato addosso le ire di molti dottori a cui vorrei però offrire una buona caramella come ha fatto il dottore di sopra con il dottore di sotto.